La Fondazione Montepaschi "entra" nelle nanotecnologie
C’è da essere contenti o dobbiamo preoccuparci?
Grande risalto sui quotidiani locali, la scorsa settimana, all’annuncio pubblico della costituzione di una nuova società a Poggibonsi per iniziativa della Fondazione Monte e della Scuola Normale di Pisa: la Siena Nanotech. Pur se collocata in un momento solitamente sospetto come quello preelettorale, l’iniziativa ha avuto tutte le carte in regola per suscitare “clamore”, sia per la notorietà locale dei presentatori (Martini, Bezzini, Mancini, Bonechi) che per quel termine, “nanotecnologia”, che solo a sentirlo evoca quanto di più avanzato si possa immaginare.
La nanotecnologia è una scienza che si occupa del controllo della materia su dimensioni inferiori al micrometro per realizzare dispositivi più che microscopici. Si parla quindi di manipolazione della materia a livello atomico e molecolare ed è talmente recente che lo stesso termine appare la prima volta solo nel 1986, quando si teorizza anche che i robot molecolari progettati dall’uomo possano in futuro “autoreplicarsi”, proprio come fanno le cellule, utilizzando autonomamente atomi ed energia. Di fatto, fino al 2009, le realizzazioni pratiche sono scarsissime, mentre nel frattempo cresce l’allarme per una tecnologia che potrebbe permettere la costruzione di armi di distruzione di massa autoreplicanti e che, allo stesso tempo, fa insorgere problemi etici simili a quelli riguardanti gli OGM (organismi geneticamente modificati) o la clonazione umana.
Di tutto questo non vi è traccia nella cronaca fornita dalla stampa locale, come nulla si apprende sui volumi di capitale e sui tempi necessari per produrre del reddito da un’iniziativa di ricerca in questo settore. Ciò che è chiaro è che la Fondazione assume un impegno senza ritorno investendo direttamente nel patrimonio della nuova società. Ed è altrettanto chiaro, come quando fu creata Siena Biotech, che si sta per costruire il fabbricato destinato ad accogliere la nuova società: “prima pietra entro il 2010 e lavori terminati nel 2011” ha dichiarato Bonechi a nome della Sansedoni che si è incaricata della parte immobiliare. Al primo punto, ancora una volta ed anche di fronte alle mitiche nanotecnologie, quello che conta è versare un bel po’ del vecchio caro cemento. Poi si penserà ad assumere dei ricercatori e degli impiegati da retribuire e si sceglieranno i settori dove esplorare. E, per eventuali futuri ricavi, per quello che normalmente si chiama “creazione di ricchezza”, se son rose fioriranno.
Grande risalto sui quotidiani locali, la scorsa settimana, all’annuncio pubblico della costituzione di una nuova società a Poggibonsi per iniziativa della Fondazione Monte e della Scuola Normale di Pisa: la Siena Nanotech. Pur se collocata in un momento solitamente sospetto come quello preelettorale, l’iniziativa ha avuto tutte le carte in regola per suscitare “clamore”, sia per la notorietà locale dei presentatori (Martini, Bezzini, Mancini, Bonechi) che per quel termine, “nanotecnologia”, che solo a sentirlo evoca quanto di più avanzato si possa immaginare.
La nanotecnologia è una scienza che si occupa del controllo della materia su dimensioni inferiori al micrometro per realizzare dispositivi più che microscopici. Si parla quindi di manipolazione della materia a livello atomico e molecolare ed è talmente recente che lo stesso termine appare la prima volta solo nel 1986, quando si teorizza anche che i robot molecolari progettati dall’uomo possano in futuro “autoreplicarsi”, proprio come fanno le cellule, utilizzando autonomamente atomi ed energia. Di fatto, fino al 2009, le realizzazioni pratiche sono scarsissime, mentre nel frattempo cresce l’allarme per una tecnologia che potrebbe permettere la costruzione di armi di distruzione di massa autoreplicanti e che, allo stesso tempo, fa insorgere problemi etici simili a quelli riguardanti gli OGM (organismi geneticamente modificati) o la clonazione umana.
Di tutto questo non vi è traccia nella cronaca fornita dalla stampa locale, come nulla si apprende sui volumi di capitale e sui tempi necessari per produrre del reddito da un’iniziativa di ricerca in questo settore. Ciò che è chiaro è che la Fondazione assume un impegno senza ritorno investendo direttamente nel patrimonio della nuova società. Ed è altrettanto chiaro, come quando fu creata Siena Biotech, che si sta per costruire il fabbricato destinato ad accogliere la nuova società: “prima pietra entro il 2010 e lavori terminati nel 2011” ha dichiarato Bonechi a nome della Sansedoni che si è incaricata della parte immobiliare. Al primo punto, ancora una volta ed anche di fronte alle mitiche nanotecnologie, quello che conta è versare un bel po’ del vecchio caro cemento. Poi si penserà ad assumere dei ricercatori e degli impiegati da retribuire e si sceglieranno i settori dove esplorare. E, per eventuali futuri ricavi, per quello che normalmente si chiama “creazione di ricchezza”, se son rose fioriranno.
da Settimanale Zoom n. 37 del 17/3/2010
Siena nanotech è coinvolta anche in un progetto sul fotovoltaico, per la realizzazione di innovative celle fotovoltaiche. Siena Solar Nanotech (2SN) non so se sia il nome completo della socità o solo una divisione di essa dedicata al fotovoltaico (probabile), ma sicurmente potrebbe essere anche una cosa positiva. Su questi argomenti ritengo che sia sempre bene sentire fonti molteplici dato che chi non vede di buon occhio le nanotecnologie sicuramente non scrive in loro favore..
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