mercoledì 17 marzo 2010

L’Antonveneta entra nelle nostre case

L’Antonveneta entra nelle nostre case

I senesi iniziano a rendersi conto, nella vita di tutti i giorni, di cosa ha significato l’errore compiuto dal Presidente Mussari acquistando, al doppio del suo valore e nel momento più inopportuno, la Banca Antonveneta.
Se ne accorgono quando vanno a pagare le quote della mensa comunale, che sono già aumentate a causa della riduzione dei trasferimenti della Fondazione Montepaschi a favore del Comune di Siena: il bilancio preventivo comunale ci ha detto che si tratta di sei milioni e mezzo di euro in meno. Ma se ne stavano già accorgendo i dipendenti dell’Università di Siena la quale, investita da una crisi inimmaginabile, non ha potuto trovare alcun sostegno finanziario a livello locale. Come pure se ne è accorto chi assiste alle difficoltà operative della Chigiana o coloro che devono fare i conti con l’aumento delle bollette per i servizi forniti dalle società partecipate dal Comune.
Sta purtroppo finendo il benessere in più che in qualche modo è arrivato in questi anni dalla banca senese, soprattutto tramite la Fondazione, e le famiglie prendono coscienza dei problemi direttamente nella vita di tutti i giorni. Il fiume dei trasferimenti, che negli ultimi anni è ammontato a quasi duemila miliardi delle vecchie lire, non solo si sta riducendo e rischia di disseccarsi, ma non è stato nemmeno utilizzato da chi ha governato le istituzioni locali per rafforzare la nostra economia mettendola così al riparo dagli effetti di una crisi possibile e che in effetti stiamo vivendo.
In questa situazione i nostri giornali di cosa si interessano? Del fatto se Mussari andrà o meno a fare il Presidente dell’Associazione Bancaria Italiana! Un fatto che certo non può portare nessun beneficio ai senesi ed il cui esito, comunque, non è affatto scontato. La corsa verso l’ABI del presidente calabrese della banca senese si è infatti complicato e il concorrente Faissola, rappresentante delle piccole e medie banche, non si è ritirato e lotta all’ultimo voto, mentre è sempre possibile una terza soluzione tra Mussari e Faissola. Il tifo per l’ipotesi Mussari, almeno qui a Siena, ha comunque un sapore equivoco. C’è infatti chi pensa che, con la nomina all’ABI, possa scattare, come dire, una incompatibilità almeno morale con il mantenimento della presidenza della Banca Mps. Liberandosi così di chi, in questi 10 anni, ha acquisito il record di distruzione della ricchezza collettiva della nostra comunità.
Azazel
da Settimanale Zoom n. 37 del 17/3/2010

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